Publié par Paolo Petrini
Il Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo (noto anche semplicemente come Circo di Montecarlo) è un evento di monaco annuale di arti circensi, tipicamente a fine gennaio. Nato nel 1974 per iniziativa del Principe Ranieri III, il festival riunisce sotto il celebre tendone di Fontvieille artisti circensi d’eccellenza provenienti da tutto il mondo, in un’unica epica competizione. Durante la manifestazione, acrobati, clown, equilibristi, illusionisti e addestratori di animali offrono spettacoli mozzafiato davanti a una giuria internazionale, competendo per aggiudicarsi i prestigiosi Clown d’Oro, d’Argento e di Bronzo – considerati le “medaglie olimpiche” del circo. In quasi cinquant’anni di storia, il Festival di Montecarlo si è affermato come uno degli eventi circensi più importanti e prestigiosi al mondo, attirando migliaia di spettatori sotto lo chapiteau e milioni di telespettatori grazie alle trasmissioni televisive internazionali. Come il Gran Premio di Monaco, anche questo evento contribuisce a rafforzare l’immagine internazionale del Principato di Monaco.
L’idea del Festival nacque dalla passione per il circo del Principe Ranieri III di Monaco. Negli anni ‘70 il circo tradizionale attraversava un periodo difficile, e Ranieri – grande amante dell’arte circense – volle creare un evento di risonanza internazionale per sostenere le famiglie circensi e dare nuova vita a questa forma d’arte. Così, nel 1974 andò in scena la 1ª edizione del Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo, sotto l’Alto Patronato del Principe. Sin dall’inizio, la formula fu chiara: portare nel Principato una selezione dei migliori numeri di circo del mondo e premiarli davanti al pubblico e alla critica specializzata. Il Principe Ranieri partecipava attivamente alla manifestazione – fu lui stesso a consegnare il primo Clown d’Oro della storia al leggendario clown spagnolo Charlie Rivel nel 1974. Grazie alla visione di Ranieri III, Monaco iniziò a essere riconosciuta come una capitale internazionale del circo, affiancando alla sua fama di meta mondana quella di luogo in cui le arti circensi vengono celebrate al massimo livello.
Negli anni successivi, il Festival di Montecarlo crebbe in fama e partecipazione. Dapprima l’evento si svolgeva a dicembre, ma nel 1975 fu inaugurato il grande tendone fisso di Fontvieille, che divenne la sede stabile degli spettacoli. Dal 1976 in poi il festival si è tenuto quasi sempre a gennaio, inaugurando così una tradizione invernale per il Principato. Il successo delle prime edizioni confermò la validità del progetto di Ranieri: artisti di ogni continente consideravano un onore essere invitati a Montecarlo e competere per l’ambito Clown d’Oro, e il pubblico monegasco e internazionale rispondeva con entusiasmo, affollando le gradinate del tendone ad ogni spettacolo.
Con il passare del tempo, il Festival di Montecarlo è diventato sinonimo di eccellenza circense a livello globale. Oggi è riconosciuto come il più grande e prestigioso festival del circo tradizionale al mondo, spesso paragonato per importanza a un’olimpiade del circo. La manifestazione attira non solo il pubblico locale, ma appassionati, esperti e turisti internazionali che giungono nel Principato appositamente per assistere agli spettacoli. Inoltre, grazie alla copertura mediatica, gli spettacoli del festival vengono trasmessi in televisione in tutto il mondo: in particolare, in Italia sono un appuntamento fisso sulle reti RAI sin dalla prima edizione del 1974. Questa esposizione globale ha contribuito a diffondere la fama del festival e a far conoscere al grande pubblico stelle del circo altrimenti note solo agli addetti ai lavori.
La tradizione vuole che alla serata finale di gala, alla presenza del Principe Sovrano di Monaco e della famiglia reale, vengano assegnati i trofei dei Clown (d’Oro, d’Argento, di Bronzo) ai vincitori delle varie categorie. Questi premi – statuette a forma di clown – sono considerati tra i riconoscimenti più ambiti per qualsiasi artista circense, e nel corso dei decenni hanno incoronato figure leggendarie: dal già citato Charlie Rivel, al clown russo Oleg Popov (Clown d’Oro 1981), all’italiano David Larible (Clown d’Oro 1999), fino a virtuosi contemporanei come l’americano Anthony Gatto (giocoliere, Oro 2000) o il domatore inglese Martin Lacey Jr. (Oro 2010 e 2019). Accanto ai premi principali, durante il gala finale vengono consegnati anche numerosi premi speciali (Palmarès) offerti da circhi, fondazioni, associazioni di settore e sponsor di tutto il mondo. Questa pioggia di riconoscimenti sottolinea la vocazione universale del Festival: valorizzare ogni aspetto delle arti circensi – dalla clownerie all’acrobatica e all’addestramento – celebrandone i migliori interpreti davanti a un pubblico globale.
Dopo la scomparsa del Principe Ranieri III nel 2005, la figlia S.A.S. la Principessa Stéphanie di Monaco ha raccolto il testimone della manifestazione, assumendone la presidenza e portando avanti con passione la visione paterna. Sotto la guida di Stéphanie, il Festival di Montecarlo ha conosciuto una nuova fase di rilancio e modernizzazione, pur mantenendo intatto il suo spirito tradizionale. La Principessa – da sempre molto legata al mondo del circo – si è impegnata a innovare il festival introducendo alcune importanti novità: ad esempio ha invitato più spesso compagnie e artisti dalle nuove forme di circo contemporaneo (come il Cirque du Soleil) ad esibirsi a Montecarlo, affiancandoli al circo classico. Inoltre, nel 2012 Stéphanie ha fondato Monte-Carlo New Generation, una sorta di “festival nel festival” dedicato esclusivamente ai giovani talenti circensi emergenti. New Generation si svolge parallelamente al festival principale e vede concorrere artisti under 20 davanti a una giuria speciale presieduta da Pauline Ducruet (figlia di Stéphanie), con in palio il Junior d’Oro – ideale trampolino di lancio per i futuri artisti di fama.
Queste iniziative hanno portato una ventata di freschezza, attirando le tendenze più moderne nel programma del festival e garantendo un ricambio generazionale nell’arte circense. Grazie all’impegno di Stéphanie, Monaco non solo preserva la gloriosa tradizione circense voluta da Ranieri, ma la arricchisce adattandola ai tempi: ne è prova il fatto che la Principessa è anche Presidente Onorario della Fédération Mondiale du Cirque, l’organismo internazionale che tutela e promuove le arti circensi nel mondo. Sotto la sua direzione, il festival continua a crescere in notorietà e qualità artistica, confermandosi un appuntamento imperdibile sia per gli addetti ai lavori che per il grande pubblico.
L’iconico tendone del Festival del Circo di Monte-Carlo, situato nel quartiere di Fontvieille a Monaco, dove ogni anno si svolgono gli spettacoli e le premiazioni.
Il Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo si tiene ogni anno, generalmente nell’ultima quindicina di gennaio, per una durata di circa 10 giorni. Le varie esibizioni hanno luogo presso lo chapiteau di Espace Fontvieille, un grande tendone permanente collocato nel quartiere Fontvieille di Monaco, nei pressi del porto turistico e dell’eliporto. È in questa struttura coperta (che può ospitare diverse migliaia di spettatori) che si alternano le sélection – ossia le serate di selezione in cui tutti gli artisti in gara si esibiscono – e le serate finali in cui vengono decretati e premiati i vincitori. Tipicamente il festival prevede più spettacoli: ogni numero circense viene presentato almeno due volte durante le fasi eliminatorie, in modo che tutta la giuria possa valutarlo, e infine i migliori accedono al gala finale di chiusura, durante il quale avviene la premiazione ufficiale alla presenza del Principe e della famiglia reale monegasca. L’atmosfera a Montecarlo durante i giorni del festival è vivace: il Principato si riempie di artisti di strada, appassionati e giornalisti di settore; non di rado vengono organizzati eventi collaterali come parate di artisti per le vie cittadine o mostre a tema circense (ad esempio nel 2024, per il 50º anniversario, una grande parata e uno spettacolo all’aperto hanno animato la Piazza del Palazzo del Principe).
Chi desidera assistere dal vivo agli spettacoli può acquistare i biglietti direttamente tramite il sito ufficiale del festival o presso le prevendite autorizzate, scegliendo tra diverse categorie di posto a sedere sotto il tendone. Gli show serali tendono a fare il tutto esaurito, dato l’alto richiamo dell’evento, per cui è consigliabile prenotare con anticipo. In alternativa, per il pubblico che non può raggiungere Monaco, ogni anno la televisione offre ampie coperture: in Italia, ad esempio, la RAI trasmette regolarmente il Festival di Montecarlo durante le festività natalizie o a inizio gennaio dell’anno successivo, portando così la magia senza tempo delle arti circensi nelle case di milioni di telespettatori.
Uno dei tratti distintivi del Circo di Montecarlo sono i suoi premi iconici. Fin dalla prima edizione del 1974 vennero istituiti i Clown d’Oro (premio massimo) e i Clown d’Argento, statuette raffiguranti il volto di un clown, destinate ai migliori artisti in concorso. Visto l’elevato livello degli spettacoli presentati, dal 2002 l’organizzazione ha introdotto anche il Clown di Bronzo come terzo premio, per riconoscere un numero meritevole in più ogni anno. La scelta dei vincitori avviene per mano di una giuria internazionale composta da esperti del settore, direttori di circhi, artisti veterani e giornalisti specializzati: essa valuta le performance nell’insieme delle discipline (clownerie, giocoleria, acrobazie aeree, equilibrismo, addestramento animali, ecc.) e assegna i Clown ai numeri che rappresentano l’eccellenza assoluta in ciascun ambito.
Oltre ai tre trofei principali, come accennato, esiste una costellazione di premi speciali che vengono attribuiti da enti e sponsor: dal “Premio della Critica” offerto dai giornalisti, al premio di qualche celebre famiglia circense (come gli Orfei per l’Italia), fino a riconoscimenti tecnici per la scenografia o i costumi. L’insieme di tutti i premi assegnati in un’edizione prende il nome di Palmarès. Ricevere un premio a Montecarlo – soprattutto un Clown d’Oro – può rappresentare per un artista circense il culmine di una carriera: non a caso questi trofei vengono spesso paragonati ai Leoni d’Oro del cinema (Festival di Venezia) o agli Oscar, ma in ambito circense. La loro importanza è tale che in alcuni casi un numero vincitore a Montecarlo viene successivamente richiesto dai circhi più prestigiosi del mondo o scritturato in spettacoli di alto profilo. Per l’artista, inoltre, l’onore di esibirsi al gala finale alla presenza del Principe e ricevere il Clown sul palco costituisce un’emozione indimenticabile e un segno di consacrazione internazionale.
In quasi mezzo secolo di vita, il Festival di Montecarlo ha collezionato numerosi momenti memorabili e aneddoti curiosi. Ad esempio, alcune edizioni hanno visto realizzare imprese eccezionali: nel 1990 il trapezista messicano Miguel Vazquez stupì il pubblico compiendo per la prima volta in Europa il leggendario quadruplo salto mortale al trapezio volante, un numero mai eseguito prima nel continente; ebbene, tale impresa è stata replicata soltanto nel 2025 da un trio di giovani acrobati durante la 47ª edizione, a testimonianza del continuo avanzamento dei limiti nel mondo del circo. Molti numeri presentati a Montecarlo entrano di diritto nella storia del circo: dagli spettacoli con gli elefanti e grandi felini (tradizionale punto forte del circo classico, sebbene oggi più controversi) alle strabilianti piramidi umane delle troupe acrobatiche cinesi, fino alle performance poetiche di clown solisti che hanno fatto ridere e piangere generazioni di spettatori. Si ricordano, tra gli altri, i Cavalieri del Turkmenistan con i loro eleganti cavalli dorati, che nel 2025 hanno conquistato un Clown d’Oro per le straordinarie evoluzioni equestri, oppure la simpatica famiglia cilena Pastelito (padre e figlio clown) che nello stesso anno ha vinto il Clown d’Argento portando in pista un’esibizione esilarante e piena di musica. Insomma, ogni edizione regala il suo carico di emozioni e spesso introduce novità assolute nel panorama circense.
Non mancano, nella lunga storia del festival, anche alcune pause forzate. In totale, fino ad oggi il Festival di Montecarlo è stato annullato cinque volte dalla sua fondazione. Di seguito le uniche edizioni non svolte:
1982 – Annullata in segno di lutto per la tragica morte della principessa Grace Kelly, moglie di Ranieri III.
1986 – Annullata a causa di un violento temporale che danneggiò gravemente il tendone di Fontvieille pochi giorni prima dell’evento. L’edizione venne posticipata a gennaio 1987; da quell’anno in poi, si decise di spostare stabilmente il festival al mese di gennaio (mentre fino al 1985 si teneva a dicembre).
1991 – Annullata sia per il lutto dovuto alla morte di Stefano Casiraghi (marito della principessa Carolina di Monaco) sia per il clima internazionale teso dello scoppio della Guerra del Golfo, ritenuto poco adatto ai festeggiamenti.
2021 e 2022 – Annullate a causa della pandemia di Covid-19, che ha imposto restrizioni tali da rendere impossibile lo svolgimento in sicurezza di uno spettacolo internazionale itinerante. Dopo questa doppia interruzione, il festival è tornato in scena nel 2023, più atteso che mai.
Degna di nota è stata la 40ª edizione del 2016, celebrata con uno spettacolo speciale che ha riunito a Montecarlo molti artisti premiati con il Clown d’Oro nelle decadi precedenti, in una sorta di “festival dei campioni” per festeggiare il traguardo dei quarant’anni. Ancor più straordinaria la 46ª edizione del 2024: essa ha coinciso con il 50º anniversario dalla fondazione del festival (1974-2024) e con il centenario della nascita di Ranieri III (1923-2023). Per l’occasione, il Principato ha reso omaggio al suo principe visionario organizzando eventi commemorativi come una mostra tematica intitolata “Il Principe nel cuore del circo” e una parata circense all’aperto, mentre sotto lo chapiteau si è svolto un festival in grande stile, denso di emozione e memoria storica. Questi traguardi sottolineano quanto il Festival del Circo sia diventato parte integrante dell’identità monegasca moderna.
Il Festival Internazionale del Circo di Monte-Carlo non è solo un evento di spettacolo, ma rappresenta un elemento importante del patrimonio culturale di Monaco. Grazie alla volontà di Ranieri III e all’impegno continuativo della famiglia Grimaldi, il Principato di Monaco è oggi universalmente associato all’eccellenza nell’arte circense. Ogni gennaio, Monaco si trasforma in una vetrina della creatività, del talento e della tradizione circense, affermandosi come luogo d’incontro privilegiato tra le grandi dinastie del circo mondiale (dai Casartelli agli Orfei, dai Knie agli Zhang) e le nuove leve emergenti. Questo scambio generazionale e culturale arricchisce il Principato, portando nel piccolo stato migliaia di visitatori e professionisti durante la bassa stagione invernale, con benefici anche per il turismo locale.
Il legame tra Monaco e il circo è suggellato dalla presenza costante dei sovrani alle serate del festival: è famoso il colpo d’occhio del Palco d’Onore con la famiglia principesca che applaude entusiasta gli artisti in pista. La Principessa Stéphanie, in particolare, ha legato indissolubilmente il suo nome a questo evento, dedicandovi energie e ottenendo un riconoscimento anche da parte della comunità internazionale del circo (basti pensare che Montecarlo ospita annualmente anche il summit della citata Federazione Mondiale del Circo). In definitiva, il Festival del Circo di Montecarlo è diventato negli anni un simbolo di eccellenza artistica e mecenatismo: un esempio di come Monaco, pur essendo famosa per il lusso e gli eventi sportivi come il Gran Premio di Formula 1, abbia saputo ritagliarsi anche un ruolo di primo piano nella promozione delle arti performative. È un patrimonio di esperienze, emozioni e sapere circense che si rinnova ogni anno, contribuendo a mantenere viva la magia del circo tradizionale nel mondo contemporaneo.
Articolo scritto da Paolo Petrini, esperto immobiliare monegasco.
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